Questa recente rassegna (Chen SW, et al., 2025) ha voluto esplorare l’associazione tra inquinamento atmosferico e rinite, focalizzandosi sull’infiammazione indotta dal particolato atmosferico e il potenziale ruolo preventivo dell’integrazione nutrizionale.

Il lavoro è stato svolto utilizzando i database PubMed e Scopus ed estrapolando gli studi che avevano l’obiettivo dell’intervento nutrizionale nella rinite da inquinamento. È risultato evidente che l’esposizione al PM aumenta la prevalenza e l’esacerbazione della rinite e di altre condizioni respiratorie, mediante alcuni meccanismi infiammatori.

È stato esaminata la possibile efficacia di alcuni integratori, tra cui il kefir, la lattoferrina, la vitamina D, gli acidi grassi polinsaturi e i probiotici.

Il PM rappresenta uno dei componenti più pericolosi per la salute, causando irritazione delle vie respiratorie, tosse, peggioramento di patologie come l’asma fino ad arrivare a malattie cardiovascolari e ad alcuni tipi di cancro.

Le particelle di PM agiscono aumentando le risposte allergiche e innescando l’infiammazione nella mucosa nasale. Possono inoltre aumentare la permeabilità dell’epitelio nasale, facilitando la penetrazione dell’allergene e aumentando l’attivazione delle cellule dendritiche e T.

Mentre l’impegno per ridurre l’impatto dell’inquinamento ambientale resta un fattore di primaria importanza, si esplorano strategie preventive, come l’integrazione, per mitigare gli effetti deleteri della contaminazione ambientale.

Tra i supplementi indicati nella rassegna, il kefir, il quale grazie alla presenza di peptidi (proteine ad alto valore biologico), può svolgere effetti positivi in qualità di antinfiammatorio e antiossidante.

Viene messa in risalto anche l’azione della lattoferrina, proteina multifunzionale che si è mostrata essenziale nella risposta immunitaria. In alcuni studi clinici, dopo l’assunzione di lattoferrina, è stato osservato il miglioramento della rinite allergica in bambini.

L’azione immunomodulatoria della vitamina D nella rinite è stata ampiamente studiata. Questa vitamina è in grado di esercitare effetti antinfiammatori, modulando la differenziazione e la funzione di numerose cellule immunitarie (linfociti-T e B e cellule dendritiche). Nella rinite allergica la vitamina D ha mostrato di sopprimere la produzione di citochine infiammatorie (IL-4 e IL-17), promuovendo il rilascio di citochine antinfiammatorie (IL-10). Bassi livelli di vitamina D sono spesso osservati in soggetti con riniti, rinosinusiti e asma.

Può essere utile anche l’integrazione di acidi grassi della serie omega-3, in quanto in qualità di lipidi antinfiammatori, possono ridurre infiammazione nasale e produzione di muco, svolgendo un ruolo preventivo e terapeutico in condizioni acute e croniche respiratorie.

Infine, i probiotici, che hanno un importante ruolo immunomodulatorio e possono avere effetti benefici nelle riniti, migliorando la qualità di vita e dei sintomi nasali e oculari, in particolare se assunti due o tre mesi prima della stagione dei pollini.

Questa rassegna evidenzia con sufficiente chiarezza la potenziale efficacia dell’intervento nutrizionale nella prevenzione e nella gestione delle riniti associate all’inquinamento atmosferico.

Bibliografia

Shih-Wei Chen, et al. Review. Air Pollution-Associated Rhinitis: Exploring the Preventive Role of Nutritional Supplements Against Particulate Matter-Induced Inflammation. Nutrients 2025, 17, 829.