Il mercato delle creme anti-age è in grande ascesa, una delle tante buone pratiche che le donne usano come armi per combattere i segni del tempo rispettando se stesse e l’ambiente. Ma a volte non bastano: quanto influiscono gli elementi esterni nella salute della nostra cute?
Può essere utile il frutto di una recente review, che ha raccolto le evidenze scientifiche riguardo ai fattori ambientali associati allo stile di vita.

Sono numerosi gli elementi estrinseci che possono accelerare il naturale declino della struttura cutanea e le sue funzioni, addirittura ostacolando l’azione di trattamenti o farmaci. Inquinamento atmosferico, fumo di sigaretta e infiltrazioni dei raggi UVA sono senz’altro i più noti nemici della pelle.

Due sono gli aspetti forse meno presi in considerazione: il sonno e l’alimentazione.
Uno studio clinico su donne in post-menopausa ha mostrato che chi dormiva meno di 5 ore al giorno aveva una risposta più debole della barriera cutanea e maggiori perdite di liquidi a livello transepidermico; anche solo dopo una notte in meno di sonno le occhiaie si scurivano, a causa di un lieve edema. Essendo il sonno fondamentale per la crescita e la rinnovazione cellulare, una scarsa qualità del sonno conduce a una disfunzione cellulare, rinforzata dall’interruzione dei ritmi circadiani, e quindi porta a cambiamenti in molti tessuti, tra cui la pelle.
Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale, soprattutto con l’avanzare degli anni: l’assorbimento di micronutrienti come acido folico, vitamina D, calcio e vitamina B12 è rallentato dall’invecchiamento e da un minore apporto per minore ingestione negli anziani. Uno studio tedesco ha osservato i collegamenti tra abitudini alimentari e rughe del viso nelle donne: carne rossa e snack erano associate a maggiori rughe facciali, che diminuivano in chi consumava più frutta. Un alto consumo di vegetali e olio di oliva ha mostrato di proteggere dalla cheratosi. In un altro studio su oltre 4000 donne è emerso che un’alimentazione con alti apporti di potassio, vitamina A e vitamina C era correlata a una minor incidenza di rughe.

Gli Autori concludono sottolineando che questi elementi ambientali dovrebbero ricevere maggiore attenzione da ricercatori e dermatologi per studiare nuovi approcci nell’affrontare l’invecchiamento della pelle e le patologie che ne possono scaturire: comprendere queste correlazioni può aiutare a migliorare le aspettative e la qualità della vita. 

Bibliografia
Addor FAS. Beyond photoaging: additional factors involved in the process of skin aging. Clin Cosmet Investig Dermatol. 2018 Sep 20;11:437-443.