Di conseguenza un gruppo di ricercatori britannici, canadesi e israeliani ha cercato di individuare alcuni fattori che possano modulare l’ambiente intestinale, tra cui la dieta e l’assunzione di probiotici.
Ad esempio, dolcificanti comunemente utilizzati come alternativa allo zucchero possono avere effetti negativi sull’intestino, come anche gli additivi alimentari.

Soggetti che seguono diete restrittive come l’alimentazione vegana, il crudismo, la gluten-free, possono incontrare problemi simili, principalmente a causa della modesta diversità nelle comunità batteriche che questi tipi di alimentazione favoriscono.
Le fibre sono, invece, un nutriente chiave per un intestino sano, trascurate a favore di zuccheri e grassi.

Non possiamo ignorare, inoltre, gli effetti negativi sul microbiota dei farmaci e del consumo di alimenti conservati. La salute del microbiota sembra avere un’importanza rilevante per lo sviluppo e la progressione di alcune patologie, per esempio l’obesità. Alcuni studi su persone obese o in sovrappeso mostrano la comparsa di disbiosi caratterizzate da una scarsa diversità batterica, condizione evidenziata anche in soggetti sofferenti di malattie infiammatorie intestinali, eczema atopico, celiachia e diabete di tipo 2.

I probiotici hanno fornito in numerosi studi effetti salutari nella prevenzione di diarrea, enterocolite necrotizzante, infezioni delle prime vie respiratorie ed eczema. Ci sono anche emergenti evidenze che sottolineano come la combinazione di probiotici con prebiotici possa svolgere un ruolo in infiammazione, cancro, metabolismo dei lipidi o obesità.

 

Bibliografia
Ana M Valdes, Jens Walter, Eran Segal, Tim D Spector. Role of the gut microbiota in nutrition and health. BMJ. 2018; 361: k2179.

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