La dieta vegana, in generale, è considerata una dieta di buona qualità a livello nutrizionale, in quanto raggiunge un consumo ottimale di fibre, beta-carotene, vitamina C e K, acido folico e magnesio. È anche ricca di acidi grassi della serie omega-6 e spesso è usata per migliorare la composizione e il peso corporeo.

Tuttavia, la dieta vegana apporta piccole quantità di nutrienti fondamentali quali acido eicosapentenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA), selenio, zinco, iodio e vitamina B12, le cui carenze potrebbero essere la causa dei principali effetti dannosi a livello cardiovascolare. Pertanto, l’integrazione di tali nutrienti essenziali è altamente raccomandata ai vegani.

Sono state condotte estese ricerche per mostrare gli effetti sia negativi che positivi della dieta vegana sull’apparato cardiovascolare. Si ritiene che tale programma alimentare possa migliorare la salute in generale e, in particolare, ridurre il rischio di malattie cardiovascolari comprese la malattia delle coronarie, le aritmie e l’insufficienza cardiaca.

Nella dieta vegana, tuttavia, gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, che sono indispensabili per la retina, il cervello e la funzionalità della membrana cellulare, possono essere assunti solo attraverso l’acido alfa-linolenico (ALA).

Questo modello dietetico sembra un approccio fattibile e sicuro per il trattamento delle malattie cardiovascolari, perché minimizza il rischio di ipercolesterolemia, ipertensione e malattia delle coronarie, diabete di tipo 2 e obesità.

Considerando che la malattia coronarica è una delle prime cause di disabilità e mortalità a livello globale, una dieta vegana ben pianificata, associata ad un’adeguata integrazione nutrizionale, può essere considerata una strategia vincente per i pazienti ad alto rischio cardiovascolare.

Bibliografia
Michail Koutentakis et al. The Effect of a Vegan Diet on the Cardiovascular System. J Cardiovasc Dev Dis. 2023, 10, 94.