La sindrome metabolica non è una patologia singola: essa infatti raccoglie un insieme di fattori di rischio per disturbi cerebro e cardiovascolari e diabete.

Le condizioni che concorrono allo sviluppo di questa problematica sono varie:

  • Un’alta concentrazione di grasso corporeo, particolarmente a livello addominale
  • Alti livelli di colesterolo LDL e trigliceridi nel sangue
  • Ipertensione
  • Bassi livelli di colesterolo “buono” HDL
  • Insulino resistenza
  • Iperuricemia, ossia un’alta concentrazione di acido urico

Una persona sarà dunque più esposta al rischio di sviluppare la sindrome metabolica in relazione alla quantità di condizioni sopra menzionate di cui soffrirà.

L’incidenza della sindrome metabolica è direttamente proporzionale all’incidenza dell’obesità/sovrappeso e diabete di tipo 2.

È risaputo che l’obesità rappresenta un condizione pericolosa che può favorire l’insorgere di malattie come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari e ictus.

La popolazione obesa ha un rischio 3,6 volte maggiore di sviluppare coronaropatie e l’85% di casi di ipertensione è riscontrato in soggetti con indice di massa corporea (BMI) che va dal 25 kg/m2 al 29.9 kg/m2, mentre il 90% dei pazienti con diabete di tipo 2 ha una BMI superiore a 25 kg/m2.

Al genere Garcinia appartengono alcune specie come la Garcinia atroviridis, la Garcinia cola, la Garcinia indica e la Garcinia cambogia. Il presente studio ha approfondito i potenziali ruoli del genere Garcinia come agente attivo contro la sintomatologia clinica della sindrome metabolica.

Ed è in particolare alla Garcinia cambogia che si è rivolta l’attenzione dei ricercatori, in quanto gli studi hanno dimostrato una sua maggiore efficacia, grazie alla presenza dell’acido idrossicitrico (HCA), nella perdita del peso corporeo e in altri marker della sindrome metabolica.

Gli effetti dell’assunzione di HCA si sono mostrati efficaci nella riduzione del peso e del grasso corporeo, del colesterolo totale e LDL e dei trigliceridi.

La rassegna di studi ha indicato altri effetti riscontrando diminuzione dell’appetito, della circonferenza della vita e delle anche, del grasso viscerale e della glicemia.

Essendo stati confrontati numerosi studi, con differenti dosaggi, gli Autori suggeriscono un dosaggio compreso tra i 2400 mg/die a 3000 mg/die per favorire una maggiore efficacia.

Bibliografia

Asep Kuswandi, Vita Murniati Tarawaan, Hanna Goenawan, Muchtaridi Muchtaridi, Ronny Lesmana. J Adv Pharm Technol Res. Jan-Mar 2022;13(1):1-6.