Secondo le usanze della medicina popolare, l'artiglio del diavolo veniva somministrato sotto forma di infusi, decotti, tinture, polveri ed estratti. I principali composti dell'artiglio del diavolo sono i glicosidi iridoidi, come l'arpagoside, presente nei tuberi della pianta e descritto come il più promettente componente terapeutico, di cui la radice secondaria risulta essere particolarmente ricca.

La review italiana in questione si è concentrata sull'efficacia terapeutica dei preparati di artiglio del diavolo nel trattamento di condizioni patologiche, in cui l'infiammazione svolge un ruolo causale chiave. Trovano ampio spazio le malattie infiammatorie di ossa e articolazioni.

L'artiglio del diavolo è stato a lungo considerato un trattamento efficace per l'artrite: in uno studio clinico gli studiosi ne hanno somministrato un estratto, per 12 settimane, in pazienti che soffrivano di artrite dell'anca o del ginocchio. Il trattamento è risultato efficace nella maggior parte dei pazienti, con miglioramenti clinici del dolore alla palpazione (45,5% dei pazienti), limitazione della mobilità (35% dei pazienti) e crepitìo articolare (25,4% dei pazienti).

Un altro studio su 259 pazienti ha previsto l’assunzione di 960 mg/die di estratto secco di artiglio del diavolo, per 8 settimane: gli autori hanno riportato una riduzione significativa del dolore e della rigidità globale, con importanti miglioramenti della funzione e dei punteggi medi del dolore della mano, del polso, del gomito, della spalla, dell'anca, del ginocchio e della schiena.

Studi sperimentali hanno poi suggerito la potenziale applicazione dell'artiglio del diavolo come agente protettivo nell'osteoporosi. Il rimodellamento osseo è un processo fisiologico finemente modulato dall'interazione tra osteoclasti e osteoblasti e uno squilibrio di questo processo porta all'insorgenza di tale patologia. Diversi studi hanno preso in considerazione piante ricche di antiossidanti per regolare le funzioni osteoblastiche e osteoclastiche, con effetti protettivi sulla matrice ossea: a tal proposito, la somministrazione orale di arpagoside ha mostrato effetti protettivi sull’osso.

La somministrazione orale di arpagide, altro composto attivo dell’artiglio del diavolo, ha stimolato inoltre la densità minerale ossea, il volume osseo trabecolare e il numero trabecolare nel femore, riducendo contemporaneamente i livelli sierici di fosfatasi alcalina, osteocalcina, e altri fattori direttamente correlati alla perdita ossea.

Nel loro insieme, i risultati preclinici e clinici raccolti nella review suggeriscono l’artiglio del diavolo come opzione promettente per il trattamento dell'artrite e un interessante prospettiva per l’osteoporosi, fornendo un supporto scientifico al suo uso tradizionale.

Bibliografia
Menghini L, Recinella L, Leone S, Chiavaroli A, Cicala C, Brunetti L, Vladimir-Knežević S, Orlando G, Ferrante C. Devil's claw (Harpagophytum procumbens) and chronic inflammatory diseases: A concise overview on preclinical and clinical data. Phytother Res. 2019 Sep;33(9):2152-2162.