Come riportato nel 2019 dal Global Health Observatory (GHO, iniziativa dell’OMS per raccogliere e condividere dati sulla salute globale), l’aspettativa di vita nel mondo occidentale ha raggiunto una media di 73.4 anni.

Si stima che nel 2050 la popolazione over 60 raggiungerà un numero complessivo di 2.1 miliardi di individui.

La popolazione invecchia rapidamente grazie all’aumento generale delle aspettative di vita e con molta probabilità si assisterà, in parallelo, all’aumento di persone con deficit cognitivi.

L’impatto dell’età sulle abilità cognitive è tanto dirompente quanto sottovalutato, tanto che il problema è stato descritto da alcuni studiosi come l’elefante nella stanza.

Mancando una farmacoterapia efficace, la ricerca scientifica lavora per individuare approcci alternativi per trattare o prevenire il declino cognitivo legato all’invecchiamento.

Molti studi epidemiologici indicano che alcuni agenti antiossidanti naturali, come polifenoli, acidi grassi polinsaturi omega-3, o alimenti ricchi di vitamine possono contribuire a ritardare l’insorgenza di disturbi neurodegenerativi.

I polifenoli, particolarmente curcumina e resveratrolo, mostrano un effetto protettivo pleiotropico (in genetica, la capacità di un singolo gene di influenzare l’espressione di più di un carattere), che sembra ideale nella prevenzione o nella cura di condizioni (come l’Alzheimer) con origini multifattoriali.

La seguente review, a firma tutta italiana, si è concentrata sulla curcumina, che sta suscitando un crescente interesse in virtù della sua struttura molecolare unica che intercetta percorsi infiammatori e antiossidanti.

Questi percorsi hanno mostrato il loro ruolo cruciale nei disturbi neurodegenerativi come l’Alzheimer, e in generale nel declino cognitivo.

Lo scopo dei Ricercatori è stato mettere in evidenza e raccogliere le informazioni disponibili sui potenziali effetti della curcumina sulla sfera cognitiva, così da fornire indicazioni puntuali per futuri trial clinici.

Da quanto emerso nella review, ecco i punti principali di cui tener conto in caso si volessero impostare studi clinici per valutare l’efficacia della curcumina sulle funzioni cognitive:

  • Il primo aspetto da affrontare è l’aumento della sua biodisponibilità, come anche la possibilità di controllare l’impatto degli effetti della curcumina sullo status nutrizionale e sullo stile di vita dei soggetti
  • È fondamentale poter valutare gli effetti di questo composto sia su uomini che su donne, in studi sia preclinici che clinici. Alcuni disturbi come la demenza e l’Alzheimer hanno una maggior incidenza nella popolazione femminile, e pertanto è importante includere entrambi i generi
  • Data la sovrapposizione dei meccanismi d’azione di un composto come la curcumina, è altrettanto importante targetizzare diversi pathways molecolari per massimizzarne gli effetti
  • Altro aspetto cruciale: è fondamentale raffinare la capacità di misurare la salute (e la sua eventuale mancanza) in una prospettiva di vita maggiore, e caratterizzare le condizioni per la transizione da salute a malattia

Lo studio quindi fa il punto sulla Curcuma longa in quanto composto naturale molto promettente per contrastare l’infiammazione legata all’invecchiamento (inflammaging) e il declino cognitivo.

Bibliografia
Berry A, Collacchi B, Masella R, Varì R, Cirulli F. Curcuma Longa, the "Golden Spice" to Counteract Neuroinflammaging and Cognitive Decline-What Have We Learned and What Needs to Be Done. Nutrients. 2021 Apr 30;13(5):1519.