Ben 21.302 pazienti raccolti nel cosiddetto D-Health Study condotto in Australia dal 2014 al 2020 sono stati randomizzati in doppio cieco assegnando loro un placebo o un integratore di vitamina D (60.000 U.I. per 5 anni).

I dati ottenuti hanno permesso di evidenziare che adulti ultrasessantenni che assumono mensilmente vitamina D per 5 anni non aumentano il rischio di eventi cardiovascolari, ma anzi, sembrano ottenere benefici, come dimostrato da questo trial prospettico randomizzato su larga scala.

Gli effetti benefici sono stati osservati in particolare dell’infarto del miocardio (-19%). Non solo: l’assunzione di vitamina D è stata associata con un’incidenza minore di by-pass dell’11%.

Inoltre, gli Autori sostengono che “gli effetti della vitamina D sembrano particolarmente efficaci nelle persone che assumono statine o farmaci per malattie cardiovascolari, anche se sono necessarie ulteriori ricerche”.

La vitamina D a dosaggi moderati ha scarsa tossicità, sostiene il dr. Neile, uno dei ricercatori, suggerendo che i medici potrebbero ragionevolmente considerarne l’integrazione nei pazienti ultra sessantenni che non presentino particolari controindicazioni, specie in soggetti con un elevato rischio cardiovascolare.

In generale, continua il dr. Neile, l’assunzione giornaliera di 2.000 U.I. di vitamina D può rappresentare un presidio sicuro anche per lunghi periodi di assunzione, soprattutto in quelli che ne siano carenti.

In conclusione, questi risultati indicano che la supplementazione con vitamina D può ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori, quali infarto del miocardio e by-pass coronarico. L’effetto protettivo sembra più marcato nei soggetti che assumono statine o altri farmaci per malattie cardiovascolari.

Bibliografia
Thompson B et al. Vitamin D supplementation and major cardiovascular events: D-Health randomised controlled trial. BMJ. 2023;Jun 23.