La fosfatidilserina è un fosfolipide naturalmente presente nella membrana cellulare, le cui fonti alimentari principali sono le ostriche e la soia.
La sua efficacia nel migliorare l’attività cognitiva e rallentare la perdita di memoria è stata provata in numerosi studi.

Ora, un team condotto dal prof. Gil Ast e il dr. Ron Bochner del Dipartimento di Genetica Molecolare Umana della Tel Aviv University (TAU), ha scoperto che la fosfatidilserina migliora il funzionamento di alcuni geni coinvolti in malattie degenerative cerebrali quali morbo di Parkinson e disautonomia familiare (un tipo di neuropatia congenita).
I ricercatori israeliani hanno dimostrato che questo fosfolipide, somministrato oralmente, è in grado di superare la barriera emato-encefalica depositandosi nel cervello.
Notando un effetto consistente sui geni, tra cui un’impennata della produzione delle proteine IKAP sane, il team ha fornito fosfatidilserina nella dieta a modelli animali di disautonomia familiare.
Dopo un periodo di somministrazione di 3 mesi, gli studiosi hanno notato un aumento significativo delle proteine IKAP in tutti i tessuti, in particolare di 8 volte nel fegato e di 1 volta e mezzo nel cervello.

«La fosfatidilserina» ha precisato il prof. Ast «non sembra essere in grado di sintetizzare nuove cellule nervose, mentre probabilmente riesce a rallentare la morte di quelle esistenti».

È stato anche dimostrato che l’integratore di fosfatidilserina influenzava l’attività di ben 2400 geni, centinaia dei quali connessi con il morbo di Parkinson.

Visti i risultati incoraggianti i ricercatori si riservano di progettare nuovi studi per approfondire le potenzialità di questo fosfolipide.

Bibliografia
Bochner R et al. Phosphatidylserine increases IKBKAP levels in a humanized knock-in IKBKAP mouse model. Human Molecular Genetics. 2013 1–10.