Pubblicato su Biological Psychiatry, l’articolo analizza 17 studi che hanno monitorato le concentrazioni ematiche di 1643 pazienti depressi e 804 soggetti di controllo.

I dati ottenuti hanno evidenziato nei soggetti depressi una riduzione delle concentrazioni di zinco di 1.85 umol/L circa: quanto più la carenza era importante, tanto più la condizione si aggravava.
Il dr. Swardfager, responsabile della ricerca, dichiara che sebbene non sia stata dimostrata una causa diretta, è biologicamente plausibile sostenere che esista un’associazione causale tra stato dello zinco e depressione.

Numerosi studi in precedenza avevano mostrato che la carenza sperimentale di zinco può indurre un comportamento simil-depressivo che può essere contrastato con la sua somministrazione.
Alcuni studi clinici indicano che l’aggiunta di questo microelemento alle terapie antidepressive è in grado di produrre un miglioramento più rapido ed efficace della sintomatologia.

Lo zinco ha proprietà antiossidanti, aiuta a mantenere l’omeostasi endocrina e immunitaria e svolge un ruolo importante nella regolazione dei circuiti ippocampali e glutammatergici corticali che contribuiscono alla regolazione delle funzioni affettive e cognitive.
I cambiamenti nell’omeostasi dello zinco potrebbero compromettere la plasticità neuronale e contribuire al declino neuropsicologico e psichiatrico.
La carenza di zinco è associata a scarse difese immunitarie, disturbi cutanei, problemi di fertilità maschile, malattie oculari e altre patologie neuropsichiatriche come il disturbo da deficit di attenzione (ADHD).

Bibliografia
Swardfager W, Herrmann N, Mazereeuw G, Goldberger K, Harimoto T, Lanctôt KL. Zinc in depression: a meta-analysis. Biol Psychiatry. 2013 Dec.