In un recente studio, la somministrazione di estratto di boswellia (125 mg in un unico dosaggio) ha dimostrato la sua attività analgesica in soggetti sottoposti a modello di dolore meccanico.

I partecipanti allo studio che avevano assunto l’estratto hanno sperimentato un miglioramento significativo della soglia della tolleranza al dolore rispetto al placebo, dopo 1, 2 e 3 ore dalla somministrazione.

L’attività analgesica della boswellia si aggiunge a quella antinfiammatoria che ha fornito ottimi risultati in numerose malattie croniche di natura infiammatoria.
La capacità di controllare i processi flogistici, infatti, è stata osservata nell’artrosi in particolare del ginocchio e nell’artrite reumatoide, con ottimi profili di sicurezza.

La boswellia ha avuto buoni risultati anche in malattie infiammatorie intestinali come colite ulcerosa e morbo di Crohn, emicrania, cefalea a grappolo e nell’asma.

La sua resina, ottenuta per incisione, è utilizzata da secoli come incenso nelle cerimonie culturali e religiose e, in passato dagli egiziani, per l’imbalsamazione dei corpi dei defunti.

La frazione terpenoide della resina della boswellia contiene l’AKBA (acido acetil-11-cheto-beta-boswellico), acronimo che raggruppa i nomi degli acidi che sono i principali costituente attivi.

 

Bibliografia
Prabhavathi K et al. A randomized, double blind, placebo controlled, cross over study to evaluate the analgesic activity of Boswellia serrata in healthy volunteers using mechanical pain model. Indian J Pharmacol. 2014 Sep-Oct; 46(5): 475–479.