I vegetariani, inoltre, tendono ad avere un indice di massa corporea (BMI) e un tasso di mortalità totale per cancro minori.

Per contro, l’ampiamente descritta e accertata carenza di vitamina B12 può avere un ruolo fondamentale nello sviluppo delle malattie cardiovascolari nei vegetariani, secondo una recente rassegna che ha preso in considerazione 34 studi condotti su questo gruppo di popolazione.

La carenza di tale vitamina, infatti, è associata all’esordio di processi di aterogenesi che sono principalmente, anche se non esclusivamente, dovuti ad alti livelli di omocisteinemia indotti dalla carenza di B12.

Ogni aumento del livello di omocisteina nel sangue di 5 umol/L (oltre il valore di 10 umol/L) è associato all’aumento del 20% di problemi di salute circolatoria e, mediamente, tra i vegetariani sono osservati livelli maggiori di 10 umol/L.

Anche la macrocitosi (alterazione dei globuli rossi) da carenza di B12 ha un collegamento con malattie coronariche fatali e non, infarto del miocardio, ictus e altri problemi di salute cardiovascolare.

Quindi, anche se i vegetariani documentano un profilo migliore riguardo ai fattori tradizionali di rischio di patologie cardiache, non tutti gli studi condotti per accertare l’incidenza di malattie cardiovascolari tra i vegetariani riportano un effetto protettivo, in particolare dove è stato rilevato un deficit di vitamina B12.

Per ridurre tale rischio, i vegetariani dovrebbero essere avvisati di utilizzare integratori di vitamina B12.

 

Bibliografia
Pawlak R. Is vitamin B12 deficiency a risk factor for cardiovascular disease in vegetarians? Am J Prev Med. 2015 Jun;48(6):e11-26.

 


Nell’attesa dei risultati della ricerca ringraziamo tutti i volontari che hanno risposto al nostro appello.

LongLife®, da sempre attiva sui fronti dell’innovazione e della ricerca, sta promuovendo uno studio scientifico sull’integrazione di vitamina B-12.
Ringraziamo quindi tutti i volontari che hanno risposto con entusiasmo alla campagna di reclutamento e che hanno reso possibile l’avviamento dello studio. Sarà quindi nostra premura rendere noti e pubblicare, sul sito longlife.it, i risultati non appena saranno disponibili.