Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), a livello globale, la carenza di ferro (o anemia sideropenica) è il disturbo nutrizionale più comune e diffuso. Secondo gli ultimi dati, nel 2016 l'anemia sideropenica è stata tra le cinque principali cause di anni vissuti con disabilità (Years Lived with Disabilities) e tra le dieci cause con la maggiore prevalenza.

Nei Paesi sviluppati, le principali cause di insorgenza di anemia sideropenica sono legate all'età e al sesso. Per quanto riguarda gli uomini e i pazienti più anziani, la causa principale che determina l’insorgenza dell’anemia è la presenza di malattie gastrointestinali, mentre un ciclo mestruale abbondante sarebbe la causa più frequente nelle donne in età fertile. Le donne che hanno sanguinamenti mestruali particolarmente pesanti o prolungati, nonché le donne in gravidanza e in allattamento, sono infatti particolarmente a rischio di sviluppare la carenza di ferro.

Secondo una recente revisione sistematica, un'integrazione giornaliera di ferro può ridurne efficacemente la carenza tra le donne in età riproduttiva, oltre a migliorare la capacità fisica, l'esercizio fisico e le prestazioni lavorative, riducendo la fatica. L'OMS ha quindi raccomandato alle donne in gravidanza l'integrazione giornaliera di ferro, per via orale, con 30 mg di ferro elementare, che per problematiche più gravi aumenta a 60 mg.

Sebbene interessi il 25% della popolazione mondiale, l’anemia da carenza di ferro è un problema troppo spesso sottovalutato. Ad oggi, sono stati condotti pochi studi per valutare le differenze di genere che riguardano i fattori determinanti dell'anemia sideropenica in Europa. Pertanto, lo studio italiano in questione ha voluto definire quali fossero i fattori che determinano l’anemia sideropenica in donne e uomini di quattro Paesi europei, in particolare Italia, Belgio, Germania e Spagna, per gli anni 2007-2012.

I risultati dello studio di popolazione hanno confermato il ruolo della menometrorragia e della gravidanza come determinanti della carenza di ferro nelle donne. È stato anche osservato un rischio maggiore per le donne affette da alopecia, una scoperta in linea con studi precedenti, che hanno dimostrato che la carenza di ferro rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo della caduta dei capelli nelle donne in premenopausa.

Tra gli altri segni e sintomi presi in considerazione vi sono la presenza di debolezza e mal di testa, che indicherebbero un rischio più elevato di sviluppare carenza, sia negli uomini che nelle donne.

Inoltre, il presente studio ha ribadito il maggior rischio di sviluppare un’anemia sideropenica in pazienti obesi di entrambi i sessi, patologia notoriamente associata ad aumento del fabbisogno di ferro e ad un alterato assorbimento del ferro stesso.

Anche una rigida dieta vegana o vegetariana si è rivelata essere una causa comune di carenza di ferro nei Paesi sviluppati. Inoltre, anche eventuali differenze nell'assunzione di fibre alimentari tra uomini e donne potrebbe giustificare un aumentato rischio di sviluppare carenza, oltre ad una ridotta risposta agli integratori di ferro nelle donne.

Gli Autori sperano che lo studio in questione possa aumentare la consapevolezza dei medici su quali siano i fattori che maggiormente contribuiscono all’insorgenza della carenza di ferro tra gli uomini e le donne, così da incoraggiare le fasce più deboli ad aderire a piani alimentari controllati, programmi di integrazione e a sottoporsi a esami di screening.

Bibliografia
Levi M, Simonetti M, Marconi E, et al. Gender differences in determinants of iron-deficiency anemia: a population-based study conducted in four European countries. Ann Hematol. 2019;98(7):1573-1582.