La steatosi epatica non alcolica è tra i più diffusi disturbi epatici nel mondo, avanza di paripasso con l’obesità, ed è spesso alla base della comparsa di altri disturbi epatici come la cirrosi.

La silimarina, miscela estratta dai frutti e dai semi di cardo mariano, contiene una famiglia di flavolignani e un flavonoide. Grazie alle proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antifibrotiche, questo composto è stato studiato come potenziale agente terapeutico per trattare numerosi disturbi del fegato, in particolare la steatosi epatica non alcolica.

In una recente review di 8 studi clinici randomizzati, per un totale di 587 pazienti, è emerso che la somministrazione di silimarina diminuiva i livelli sia dell’aspartato aminotransferasi (AST) che dell’alanina aminotransferasi (ALT). Non solo, è stato anche osservato che la silimarina funzionava meglio da sola che non con altri agenti terapeutici.

La dose di somministrazione di silimarina negli studi presi in considerazione variava da 140 mg/die a 140 mg/2 die, fino a dosaggi di 600 mg/die, per un tempo minimo di assunzione di 2 mesi e fino a un massimo di 1 anno.

Gli Autori sono arrivati pertanto alla conclusione che la silimarina sembra un promettente e sicuro agente per migliorare la funzionalità epatica in pazienti con NALFD.

Bibliografia
Zhong S et al.The therapeutic effect of silymarin in the treatment of nonalcoholic fatty disease. A meta-analysis (PRISMA) of randomized control trials. Medicine. 2017.

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