Negli ultimi 10 anni la lombalgia è aumentata di circa il 18%: alcuni dati riferiscono che ne soffrono 6 italiani su dieci. I fattori di rischio identificati sono molti: stile di vita, traumi, diabete, alterazioni posturali, e anche fattori correlati al lavoro. Eppure, circa il 95% dei casi di lombalgia sono non specifici, ovvero la ricerca non è in grado di individuare il fattore causale specifico che, eliminato, porti alla guarigione.
Questo disturbo viene trattato a livello farmacologico, e circa il 30% dei pazienti sviluppa importanti effetti collaterali (come sonnolenza, manifestazioni intestinali e assuefazione al farmaco). Molto spesso intervenire chirurgicamente si rivela non risolutivo.

Ecco perché gli approcci complementari iniziano a prendere piede nei programmi di riabilitazione: chiropratica, fisioterapia, integratori e agopuntura. Proprio quest’ultima tecnica è la più diffusa nella cura della lombalgia: non presenta effetti collaterali e il rapporto costi-efficacia è conveniente.
L’agopuntura nasce all’interno della cultura orientale fino ad entrare all’interno degli elementi che compongono la Medicina Cinese Tradizionale: in uso da molti secoli, il punto di partenza dell’agopuntura è molto diverso da quello della moderna farmacologia, ma la sua ricerca di equilibrio interiore mostra degli effetti di cura che le stanno meritando fama e diffusione in tutto il mondo.

La presente review ha fatto il punto sul ruolo di questa pratica curativa nei confronti della lombalgia. Alcuni degli studi clinici presi in analisi evidenziano che l’efficacia dell’agopuntura dipende in parte da un effetto placebo; d’altronde, è certa anche l’azione di un effetto terapeutico che non si può spiegare esclusivamente come effetto placebo o autoconvincimento del paziente. Sono molti gli studi in cui si mostra che le fibre del nervo afferente sono coinvolte nella risposta al trattamento di agopuntura.

Ma qual è il meccanismo d’azione dell’agopuntura? L’intervento dell’ago determina una deformazione dei tessuti connettivi, alterando la struttura dei fibroblasti. Queste micro-ferite provocano il rilascio di adenosina difosfato (ATP), che a sua volta si scompone in adenosina e altre purine: sia l’ATP che l’adenosina agiscono come agenti anti-nocicettivi, bloccando il dolore attraverso i recettori purinergici.
Lo scopo di una terapia come l’agopuntura, pertanto, si propone di integrare il trattamento di stati di dolore cronici. Gli studi ad oggi disponibili mostrano qualche punto di conflitto: occorre, secondo gli Autori, aumentare i campioni di popolazione e perfezionare la metodologia degli strumenti di verifica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto già nel 2002 l’efficacia dell’agopuntura per ottenere maggiori risultati nel trattamento di dolori cronici come la lombalgia. Eppure, questa conferma lascia scettici alcuni Paesi europei, che non hanno ancora incluso l’agopuntura nei servizi pubblici.

In conclusione, gli Autori, affidano una riflessione: ogni strumento che possa garantire un miglior risultato a un minor costo rappresenterebbe un passo in avanti per costruire un sistema sanitario più sostenibile.

Bibliografia
Lim TK, Ma Y, Berger F, Litscher G. Acupuncture and Neural Mechanism in the Management of Low Back Pain-An Update. Medicines (Basel). 2018 Jun 25;5(3).

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