La cheratosi attinica è un disturbo cutaneo dovuto ad una eccessiva esposizione solare, abbinata ad una fotosensibilità molto marcata. Normalmente viene trattata, e con successo, attraverso una terapia fotodinamica, e richiede tra i 5 e i 10 giorni per garantire una completa guarigione della pelle; ma il ruolo della nutrizione in questo ambito non è mai stato valutato, né esistono dati in letteratura a questo proposito.

È tutta italiana l’équipe di studiosi che ha deciso di dare una risposta al quesito, provando a verificare se sia più efficace un’alimentazione onnivora o vegana nell’ambito della guarigione delle lesioni cutanee.

A questo scopo sono stati reclutati 60 volontari con cheratosi attinica, divisi tra vegani ed onnivori, in cura con terapia fotodinamica. La popolazione coinvolta era omogenea in termini di genere, età e scala di Fitzpatrick; infine, presentavano una severità delle lesioni di grado similare.

I pazienti si sono sottoposti a visite di follow-up dopo 3, 7 e 30 giorni.

La terapia fotodinamica è risultata più dolorosa per il gruppo di vegani; questi, però, mostravano un minore livello medio di ferro e vitamina B12 nel sangue.

In tutte e tre le visite di follow-up, il gruppo vegano ha mostrato una maggiore infiammazione della pelle e, al termine dello studio, gli Autori hanno evidenziato che il tempo medio di cicatrizzazione delle ferite era maggiore nei pazienti vegani (21,76 giorni) rispetto a quelli onnivori (9.63 giorni), una differenza statisticamente rilevante tra le due popolazioni in esame.

Gli Autori ipotizzano che, data la similarità di condizioni tra i pazienti, sia da rinvenire nell’alimentazione la ragione per cui i tempi di guarigione cutanea si sia mostrata più lenta nei vegani. Date le caratteristiche molto restrittive di questo regime alimentare, proteine, aminoacidi, ferro e molti altri nutrienti utili alla fase di guarigione sono esclusi dalla dieta vegana. Per certi aspetti, in condizioni di necessità come questo disturbo cutaneo, gli Autori evidenziano uno stato di malnutrizione nei pazienti vegani, che porta alla riduzione delle proteine totali nell’organismo, contribuendo a una riduzione della cicatrizzazione e ad una perdita di elasticità cutanea.

Un inadeguato apporto di proteine può contribuire a un’aumentata fragilità cutanea, immunitaria e difficoltà di cicatrizzazione. Idem per la B12. Quanto al ferro, come emerso in letteratura, il consumo nei vegani è come quello dei vegetariani, ma i vegani ne hanno meno in deposito a causa di una minore biodisponibilità.

Ad ogni modo, gli Autori sono consapevoli che quello presentato è un solo report preliminare, benché basato su evidenze cliniche. In conclusione, gli studiosi affermano che i risultati suggeriscono che l’alimentazione può svolgere un ruolo prognostico e predittivo sui risultati della terapia fotodinamica. Un suggerimento fondato ma, e questo è il bello della scienza, tutto da confermare.

In caso si segua un’alimentazione vegana e si abbia un fototipo delicato, sarebbe quindi buona norma tenere monitorati alcuni valori come ferro e B12.

Bibliografia
Fusano M, Zane C, Calzavara-Pinton PG, Bencini PL. Photodynamic therapy for actinic keratosis in vegan and omnivore patients: the role of diet on skin healing. J Dermatolog Treat. 2019 May 28;1-6.