Cos’hanno scoperto? Innanzitutto, l’analisi di numerosi studi ha permesso di osservare una significativa riduzione della sintesi di coenzima Q10 e la sua carenza durante i processi di invecchiamento e nelle malattie ad essi associate.

La capacità di tale composto di proteggere dal rilascio di marker infiammatori rappresenta una risorsa terapeutica antinfiammatoria per il trattamento di alcune malattie correlate con l’invecchiamento.

La somministrazione di coenzima Q10 è in grado di ottenere benefici per la salute grazie alla capacità di prevenire lo stress ossidativo associato alle malattie cardiovascolari e neurodegenerative.
Particolarmente efficace nel coadiuvare disturbi come l’insufficienza cardiaca, il coenzima Q10 sembra essere uno strumento promettente per la sindrome metabolica. Ha infatti mostrato risultati nel controllo della glicemia, della colesterolemia e della trigliceridemia ed è efficace anche nel contrastare la miopatia associata all’utilizzo di statine.
Le disfunzioni mitocondriali hanno un ruolo nell’esordio/sviluppo di malattie degenerative.

Ebbene, gli Autori dello studio hanno potuto accertare che il coenzima Q10 è in grado di preservare la funzione del mitocondrio e ridurre la perdita di neuroni dopaminergici, come accade nel Parkinson. In studi su pazienti con il morbo di Parkinson, di Huntington e l’atassia di Friedreich l’assunzione di coenzima Q10 può contribuire a ritardare il declino funzionale associato a tali disturbi neurologici.

Gli studiosi concludono affermando che, sebbene siano necessari ulteriori dati clinici che confermino tutte queste aspettative, la somministrazione di coenzima Q10 è sicura fino a 1200 mg/die e può rappresentare un ottimo coadiuvante in tutte le condizioni citate.

Bibliografia
Hernández-Camacho JD, Bernier M, López-Lluch G, Navas P. Coenzyme Q10 Supplementation in Aging and Disease. Front Physiol. 2018 Feb 5;9:44.