Presente in ogni cellula dell’organismo, questo cofattore riveste un ruolo primario nel metabolismo energetico. Infatti, favorisce la respirazione cellulare, consentendo alla cellula di utilizzare in modo adeguato i nutrienti assunti per ottenere energia.

È largamente utilizzato per la produzione di integratori, in particolare per l’azione protettiva cardiovascolare, ma costituisce anche un ingrediente chiave per la manifattura di cosmetici, cui è attribuita la capacità di ridurre i segni dell’invecchiamento cutaneo.

In un recente studio pubblicato su Biofactor, alcuni ricercatori hanno voluto verificare l’effetto dell’assunzione quotidiana di 50 e 150 mg di coenzima Q10 per 12 settimane, sui parametri cutanei di 33 partecipanti.

I risultati ottenuti suggeriscono che il consumo di CoQ10 sia in grado di limitare i danni dovuti al cambiamento stagionale (inverno, estate) e migliorare la viscoelasticità, riducendo alcuni segni visibili di invecchiamento.

Lo studio ha evidenziato una significativa diminuzione di rughe e microrughe e il miglioramento della texture cutanea. I maggiori risultati si sono ottenuti con le rughe intorno agli occhi, la bocca e il naso, utilizzando il dosaggio più alto.

Studi precedenti avevano dimostrano effetti a livello cutaneo in termini di cicatrizzazione, trofismo e accelerazione della re-epitelizzazione e la capacità di preservare il collagene.

Oltre che per la protezione cardiovascolare, particolarmente utile nell’insufficienza cardiaca, il CoQ10 è utilizzato in alcune malattie neurologiche (Parkinson, Huntington, Alzheimer, atassia di Friedreich e sclerosi amiotrofica laterale), nell’emicrania, nella cefalea e nell’infertilità maschile idiopatica.

La sua integrazione è anche consigliata ai soggetti che assumono statine, in quanto questi farmaci tendono a ostacolare la produzione di CoQ10, provocando dolori muscolari (mialgie). 

Bibliografia
Žmitek K, Pogačnik T, Mervic L, Žmitek J, Pravst I. The effect of dietary intake of coenzyme Q10 on skin parameters and condition: Results of a randomised, placebo-controlled, double-blind study. Biofactors. 2016 Aug 22.